La Nostra Missione

Le Piccole Sorelle dei Poveri sono una congregazione internazionale fondata nel 1839 da Santa Giovanna Jugan. Insieme ad una rete diversificata di collaboratori, serviamo Anziani poveri in oltre 30 paesi del mondo.

Continuando l’opera di Santa Giovanna Jugan, la nostra MISSIONE è di offrire agli Anziani più bisognosi di ogni razza e religione una casa dove saranno accolti come Cristo, curati come in famiglia e accompagnati con dignità fino a quando Dio non li chiamerà a sé.

Il nostro IDEALE  è di contribuire alla Cultura della Vita coltivando comunità dove ogni persona è valorizzata, dove si celebra la solidarietà della famiglia umana e la saggezza dell’età, e dove l’amore compassionevole di Cristo è condiviso con tutti.

I Nostri Valori

RISPETTO per la sacralità della vita umana e per l’unicità di
ogni persona, specialmente quelle più povere e/o deboli. Questo
si riflette in una cura olistica e centrata sulla persona.
SPIRITO DI FAMIGLIA: uno spirito di gioiosa ospitalità che abbraccia tutti a braccia aperte, cuori e mente; favorendo la partecipazione alla vita della casa e rifiutando ogni forma di discriminazione.

SERVIZIO UMILE: il desiderio di far crescere gli altri e di anteporre i loro bisogni ai nostri; una valorizzazione dei compiti e delle esperienze semplici e quotidiane con mezzi umili nel realizzare il nostro lavoro.

COMPASSIONE: empatia per condividere le debolezze e le sofferenze degli altri;
desiderio di alleviare il dolore in tutte le sue forme e di rendere felici gli anziani.

CURA E ATTENZIONE: il riconoscimento che la vita e tutti gli altri beni sono doni di Dio
e devono essere quindi usati con responsabilità per il bene di tutti; fiducia nella Provvidenza di Dio e nella generosità degli altri per provvedere alle nostre necessità; giusto compenso per i nostri collaboratori; spirito di gratitudine e di condivisione.

Santa Giovanna Jugan, diceva così: “Non dimenticate mai che il Povero è Nostro Signore. Nel prendervi cura dei poveri dite a voi stesso: Questo è per il mio Gesù, che grande grazia!”.

La nostra vita è fatta di tanti compiti umili e nascosti. Serviamo gli anziani giorno e notte, sforzandoci di soddisfare i loro bisogni fisici, di renderli felici e di servirli spiritualmente; compiamo la nostra missione insieme come comunità, ognuno portando i propri doni e talenti all’opera dell’ospitalità.

L’accompagnamento e la cura dei moribondi è il culmine della nostra vocazione. L’ospitalità consacrata è una testimonianza della misericordia e dell’amore compassionevole del Cuore di Gesù.

Testimonianze sulla Nostra Missione
“All’inizio del mio pontificato ho detto: “Ognuno di noi è voluto, ognuno di noi è amato, ognuno di noi è necessario” (Omelia della Messa di inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, 24 aprile 2005). La vita è un dono unico, in ogni fase, dal concepimento fino alla morte naturale, ed è solo Dio a dare e a prendere. Si può godere di buona salute nella vecchiaia; ma ugualmente i cristiani non devono avere paura di partecipare alle sofferenze di Cristo, se Dio vuole che noi lottiamo contro l’infermità. Il mio predecessore, il defunto Papa Giovanni Paolo II, ha sofferto molto pubblicamente negli ultimi anni della sua vita. Era chiaro a tutti noi che lo faceva in unione con le sofferenze del nostro Salvatore. La sua allegria e la sua pazienza nell’affrontare i suoi ultimi giorni sono stati un esempio notevole e commovente per tutti noi che dobbiamo portare il peso dell’avanzare degli anni.

In questo senso, vengo in mezzo a voi non solo come padre, ma anche come fratello che conosce bene le gioie e le lotte che vengono con l’età. I nostri lunghi anni di vita ci offrono l’opportunità di apprezzare sia la bellezza del più grande dono di Dio, il dono della vita, sia la fragilità dello spirito umano. A quelli di noi che vivono molti anni viene data una meravigliosa opportunità di approfondire la nostra consapevolezza del mistero di Cristo, che si è umiliato per partecipare alla nostra umanità. Con l’aumentare della durata normale della nostra vita, le nostre capacità fisiche spesso diminuiscono; eppure questi tempi possono essere tra gli anni spiritualmente più fecondi della nostra vita. Questi anni sono un’opportunità per ricordare nella preghiera affettuosa tutti coloro che abbiamo amato in questa vita e per porre tutto ciò che siamo stati e abbiamo fatto personalmente davanti alla misericordia e alla tenerezza di Dio. Questo sarà sicuramente un grande conforto spirituale e ci permetterà di scoprire di nuovo il Suo amore e la Sua bontà per tutti i giorni della nostra vita”.
– Papa Benedetto XVI

Testimonianze sulla Nostra Missione
“La quieta ma eloquente radiosità della vita di Giovanna continua a risplendere nella vita delle Piccole Sorelle dei Poveri oggi. Lo posso testimoniare attraverso la mia esperienza personale, poiché per alcuni anni mia zia è stata accudita in una delle loro Case. Queste residenze sono icone di misericordia dove Cristo è accolto e servito negli Anziani poveri con il massimo rispetto per la loro dignità. Che Dio sia lodato e che tutta la Chiesa si rallegri per l’annuncio pubblico della straordinaria santità di Giovanna Jugan”.
– Cardinale Francis George.

Testimonianze sulla Nostra Missione

Le Piccole Sorelle dei Poveri ed i loro residenti ci ricordano che non ci sono esseri umani usa e getta; che ognuno è una persona per la quale il figlio di Dio è entrato nel mondo, ha sofferto ed è morto; e se noi escludiamo gli altri dalla famiglia umana, è a nostro rischio e pericolo morale e politico.
Eppure, questa è la tentazione che ogni società benestante, con una popolazione che invecchia sempre di più,  con un’aspettativa di vita più lunga e costi medici in aumento, deve affrontare.  Questa tentazione si manifesta per esempio nei Paesi Bassi, dove l’eutanasia è legale da anni; e come diceva il defunto Padre Richard John Neuhaus  a proposito  delle leggi olandesi sulla morte con dignità: “ciò che è permesso diventerà presto obbligatorio”. Ed è precisamente ciò che è accaduto in Olanda.

Santa Giovanna Jugan, Suor Maria della Croce nella sua vita religiosa, è quindi una potente – e necessaria- mediatrice per tutti coloro che difendono il dono della vita dal concepimento fino alla morte naturale”.
– George Weigel

La nostra tradizione della Questua
“Per provvedere alle necessità degli anziani, Santa Giovanna Jugan percorreva le strade della Bretagna in cerca di elemosina. Bussava alle porte, chiedeva denaro e doni in natura – tutto ciò che serviva per i suoi poveri. Si riconosceva dal cesto della questua che portava con sé.

Credeva che, poiché Dio è nostro Padre, tutti gli uomini e le donne sono fratelli e sorelle – membri di una famiglia – e quindi responsabili gli uni degli altri.

Giovanna cercava di coinvolgere persone di molti ceti sociali nella cura degli Anziani, accettando con gratitudine tutto ciò che poteva contribuire: il tempo, il tesoro o il talento.

A un benefattore impaziente che le chiedeva perché prendeva su di sé il peso di tutti quegli anziani, Giovanna rispose: “Li condivideremo, Signore. Lei provvederà a loro e io mi prenderò cura dei loro bisogni”. L’opera si sviluppò rapidamente. Altre donne anziane furono portate alla porta di casa sua. Un gruppo di giovani donne venne ad aiutare Giovanna; insieme si occuparono delle anziane come se fossero le loro nonne. Dando il posto migliore alle anziane, andarono a dormire sul pavimento della soffitta.

Nel 1841 la “famiglia” delle anziane e le loro badanti varcarono il piccolo appartamento e si trasferirono in una casa più grande.

Il piccolo gruppo di pie donne cominciò a prendere la forma di una comunità religiosa, chiamandosi le Serve dei Poveri. Giovanna fu eletta superiora. Nel 1844 il gruppo cambiò nome in Suore dei Poveri per riflettere meglio il loro desiderio di essere sorelle degli anziani nel nome del Signore. Nel 1849 fu adottato definitivamente il nome popolare di Piccole Sorelle dei Poveri.

La Casa Madre e il Noviziato furono istituiti nel 1852. Giovanna Jugan fu messa da parte; in seguito fu trasferita nella Casa Madre, dove rimase per il resto della sua vita.

Giovanna Jugan si fidava della Divina Provvidenza. Nella sua vecchiaia è intervenuta in un momento decisivo della nostra storia perchè la Congregazione non accettasse mai forme di reddito garantite. Se l’avesse fatto, sentiva che avrebbe tradito la nostra fiducia nella Provvidenza.

A tutt’oggi non accettiamo alcuna forma di reddito permanente. Ad alcune persone questo sembra una follia. La nostra sopravvivenza da oltre 175 anni è la prova dell’efficacia della forma unica di pianificazione strategica di Giovanna!

Proprio come Giovanna Jugan si riconosceva dal suo cestino della questua, le Piccole Sorelle questuanti di oggi si riconoscono per il furgone con il quale fanno il loro giro quotidiano in visita alle aziende e ai mercati chiedendo cibo e altri beni per aiutare a compensare le nostre spese di gestione.

Nei fine settimana visitano le parrocchie locali per chiedere aiuto. Pianificano invii di lettere e organizzano eventi di raccolta fondi a favore delle nostre Case. Queste Piccole Sorelle portano avanti la tradizione della questua tanto cara a Giovanna Jugan.

Giovanna ha sempre ringraziato i suoi benefattori pregando per loro – e ha ringraziato Dio allo stesso tempo. “Dio mi ha benedetta”, diceva, “perché ho sempre ringraziato la sua Provvidenza… Che gratitudine dobbiamo ai nostri benefattori… Cosa potremmo fare per gli Anziani senza di loro?”.

Come Santa Giovanna Jugan, riconosciamo che i nostri benefattori sono partner indispensabili nella nostra missione. E come lei, preghiamo per loro ogni giorno!

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