Testimonianze sulla Nostra Missione
- “All’inizio del mio pontificato ho detto: “Ognuno di noi è voluto, ognuno di noi è amato, ognuno di noi è necessario” (Omelia della Messa di inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, 24 aprile 2005). La vita è un dono unico, in ogni fase, dal concepimento fino alla morte naturale, ed è solo Dio a dare e a prendere. Si può godere di buona salute nella vecchiaia; ma ugualmente i cristiani non devono avere paura di partecipare alle sofferenze di Cristo, se Dio vuole che noi lottiamo contro l’infermità. Il mio predecessore, il defunto Papa Giovanni Paolo II, ha sofferto molto pubblicamente negli ultimi anni della sua vita. Era chiaro a tutti noi che lo faceva in unione con le sofferenze del nostro Salvatore. La sua allegria e la sua pazienza nell’affrontare i suoi ultimi giorni sono stati un esempio notevole e commovente per tutti noi che dobbiamo portare il peso dell’avanzare degli anni.
In questo senso, vengo in mezzo a voi non solo come padre, ma anche come fratello che conosce bene le gioie e le lotte che vengono con l’età. I nostri lunghi anni di vita ci offrono l’opportunità di apprezzare sia la bellezza del più grande dono di Dio, il dono della vita, sia la fragilità dello spirito umano. A quelli di noi che vivono molti anni viene data una meravigliosa opportunità di approfondire la nostra consapevolezza del mistero di Cristo, che si è umiliato per partecipare alla nostra umanità. Con l’aumentare della durata normale della nostra vita, le nostre capacità fisiche spesso diminuiscono; eppure questi tempi possono essere tra gli anni spiritualmente più fecondi della nostra vita. Questi anni sono un’opportunità per ricordare nella preghiera affettuosa tutti coloro che abbiamo amato in questa vita e per porre tutto ciò che siamo stati e abbiamo fatto personalmente davanti alla misericordia e alla tenerezza di Dio. Questo sarà sicuramente un grande conforto spirituale e ci permetterà di scoprire di nuovo il Suo amore e la Sua bontà per tutti i giorni della nostra vita”.
– Papa Benedetto XVI
- “La quieta ma eloquente radiosità della vita di Giovanna continua a risplendere nella vita delle Piccole Sorelle dei Poveri oggi. Lo posso testimoniare attraverso la mia esperienza personale, poiché per alcuni anni mia zia è stata accudita in una delle loro case. Queste residenze sono icone di misericordia dove Cristo è accolto e servito nei poveri anziani con il massimo rispetto per la loro dignità. Che Dio sia lodato e che tutta la Chiesa si rallegri per l’annuncio pubblico della straordinaria santità di Giovanna Jugan”.
– Cardinale Francesco Giorgio
- “Le Piccole Sorelle dei Poveri e i loro abitanti ci ricordano che non ci sono esseri umani usa e getta; che ognuno è una persona per la quale il Figlio di Dio è entrato nel mondo, ha sofferto ed è morto; e che noi leggiamo gli altri fuori dalla famiglia umana a nostro rischio e pericolo morale e politico.
Eppure questa è la tentazione che ogni società benestante si trova ad affrontare, una popolazione grigia, con aspettative di vita più lunghe e costi medici in aumento. Dove questa tentazione può portare a questa tentazione si manifesta brutalmente nei Paesi Bassi, dove l’eutanasia è legale da anni; e come diceva il defunto padre Richard John Neuhaus di viaggi come le leggi olandesi sulla “morte con dignità”, ciò che è permesso diventerà presto obbligatorio. Questo è esattamente ciò che è accaduto in Olanda e in effetti ovunque l’eutanasia è legalmente consentita.
S. Giovanna Jugan, suor Maria della Croce nella sua vita religiosa, è quindi un potente – e di cui c’è bisogno – intercessore per tutti coloro che difendono il dono della vita dal concepimento fino alla morte naturale”.
– George Weigel